In vacanza lungo la storia: Paestum
E ancora oggi, quando decidiamo di passare le nostre vacanze in un Hotel a Paestum, stiamo scegliendo una località che ci offre, insieme alla possibilità del meritato riposo dalle fatiche lavorative, anche centinaia di possibilità di arricchire la nostra cultura ammirando luoghi meravigliosi, e immergerci profondamente in una storia antichissima e affascinante.
E’ infatti una storia lunghissima quella dell’insediamento nella zona che ora conosciamo come Paestum: i suoi albori risalgono addirittura, a quanto hanno dedotto gli archeologi dallo studio dei reperti emersi durante gli scavi, al periodo paleolitico: questo appare evidente sia dai resti di capanne che dai veri e propri manufatti. In realtà, dalle ricostruzioni, l’ipotesi più probabile è che addirittura ci fossero non uno, ma due insediamenti vicini, siti sulla cima delle due alture che ritroviamo ancora oggi, e sulle quali sorgono, rispettivamente, il Tempio di Cerere e la Basilica. Ciò di cui in effetti, invece, non disponiamo, sono dati precisi ed effettivi sulla fondazione della città le cui rovine oggi ammiriamo.
Disponiamo però di diverse fonti storiche antiche, sebbene più tarde rispetto alla probabile data dell’evento, in base alle quali abbiamo buoni motivi per pensare che a fondare la città – che aveva inizialmente il nome di Poseidonia – siano stati dei Dori, scacciati da una maggioranza Achea, provenienti dalla colonia Greca di Sibari. Il tutto è collocabile intorno a 2600 anni fa. La città visse in effetti il suo periodo di maggior ricchezza e potenza nel quinto-quarto secolo avanti Cristo, sviluppando importanti rapporti commerciali.
Un secolo più tardi, grandi cambiamenti avvennero: la città mutò nome, passando da quello di Poseidonia a quello di Paistom, e questo fu dovuto al più importante mutamento avvenuto nella sua struttura di potere: la classe dirigente cessò di essere Greca e divenne Lucana. Non era un avvenimento raro, nella Magna Grecia, all’epoca; le popolazioni italiche, entrate nelle città con il ruolo di bassa manovalanza, vi si arricchivano con il commercio e arrivavano poi a conquistarne il governo. Un evento molto simile avvenne in un’altra città ben più famosa, ossia Neapolis, o se preferiamo, l’odierna Napoli. Tale cambiamento avvenne però, possiamo immaginare, senza essere accompagnato da crisi, in quanto la produzione agricola e i frutti del commercio non calarono minimamente – anzi, crebbero – e la ricchezza della città divenne ancora maggiore, a giudicare dal livello dell’artigianato e dalle ricche sepolture affrescate e dai corredi funerari.Nel 273 avanti Cristo, la nostra città visse l’ultimo, grande cambiamento di nome e di governo.
Ebbe il nome che conosciamo, quello di Paestum, e a darglielo fu Roma, che la sottrasse alla Confederazione Lucana. In questo modo acquisì un’importante posizione come cantiere navale – fu Paestum a fornire la flotta per la prima Guerra Punica all’Urbe – e diritti raramente concessi, uno fra tutti quello di coniare moneta. Sotto l’influenza Romana furono eretti quei grandi edifici pubblici – il Foro, il santuario della Fortuna Virile, l’anfiteatro che oggi è dimezzato dalla S.S. 38 – che ancora oggi sono visitati e apprezzati da studiosi e turisti di tutto il mondo.